Scarpe da punta risalenti al 1800 |
Tanto amate, quanto odiate, le scarpe da punta sono
diventate uno dei segni contraddistintivi della ballerina classica.
Forse non tutti sanno che Maria Taglioni fu la prima
ballerina ad eseguire un intero balletto, la Sylphide, con le punte nel 1832.
Le sue scarpette in realtà erano più simili a delle ciabatte in seta con le
suole in cuoio.
Nel 1895 la rivoluzionaria ballerina Pierina Legnani, decise
di rinforzare ancora di più la punta delle scarpette e questo le permise di
eseguire i 32 fouettés en tournant del Cigno Nero ne Il lago dei cigni,
estasiando il pubblico.
Scarpe da punta risalenti al 1820 |
La nascita delle moderne scarpe da punta viene molto spesso
attribuita ad Anna Pavlova che rinforzò la punta e la suola per dare maggior
sostegno al piede.
Queste calzature hanno subito molti cambiamenti negli anni,
diventando sempre un po’ più “comode”, in modo tale da non torturare del tutto
i nostri piedi… Ma come sono fatte?
1 - TOMAIA
È la parte più esterna, quella che vediamo ed è fatta in
raso, seta e cotone.
Parti delle scarpe da punta |
2 - MASCHERINA
Rappresenta la vera e propria punta (chiamato anche guscio) della
scarpa ed è il momento di sfatare un mito: no, la punta non è fatta di gesso! Infatti,
viene realizzata con della carta imbevuta in resine particolari.
3 - SOLETTA
La soletta esterna è di cuoio, mentre quella interna è
composta da cartone pressato e/o cuoio.
4 - NASTRI
Servono per dare stabilità alla caviglia in modo tale da
evitare degli infortuni, per questo bisogna essere molto sicuri di averli
stretti bene. Possono essere di due tipologie: in raso per un effetto lucido e
in nylon per un effetto opaco.
5 - ELASTICO
Viene attaccato alla scarpetta in corrispondenza del tendine
d’Achille e serve a non far staccare la scarpetta dal tallone, non sempre viene utilizzato.
C’è un grande lavoro dietro la realizzazione delle punte,
per questo vi consiglio di guardare questo video del programma televisivo
“Com’è Fatto”: Punte
Buona visione!
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