I.M.ART

lunedì 7 marzo 2016

Il Danzatore e le Giornate "NO" !

Sono quasi certa sia capitato a tutti , di entrare in sala danza , con la sensazione di essersi trascinati fino a li, bofonchiando qualcosa tra se e se, e catapultarsi a terra , cercando in qualche modo di stretcharsi e sentire il proprio corpo, magari emettendo sottili lamenti ad ogni torsione o flessione , nel tentativo di prepararsi in qualche modo alla lezione !

Ma per quanto strano possa sembrare, nelle giornate "NO"  bisognerebbe fiondarsi in sala danza a studiare, giorni che possono diventare imperdibili occasioni per lavorare con una percezione del corpo differente, smorzare la sindrome da prestazione, e dirigersi verso nuove sensazioni su noi stessi e aprirci ad aspetti del nostro movimento più affilati e intimo.

Nei giorni in cui la stanchezza affligge il corpo si è naturalmente portati a spingere meno, quindi anziché rinunciare alla lezione o, al contrario, andarci e cercare di pretendere dal corpo sempre le stesse performance in termini di atletismo e potenza, possiamo provare ad adattarci alla situazione approfittando, per provare un diverso e forse più difficile lavoro, verso un movimento più sottile, preciso e dai colori forse meno accesi ma ugualmente intensi .

Anche perché quando la pratica del movimento è costante ed ordinaria, non è per forza necessario cercare di mantenere a tutti i costi sempre lo stesso livello di prestazione tecnica, quanto piuttosto  tentare di non scendere mai sotto un certo standard qualitativo dell'attenzione e della cura nel dettaglio, siamo esseri umani, non macchine, capita di avere giornate meno brillanti ,sia in prova che in scena,
ed è necessario per sentirsi a proprio agio anche in queste situazioni, fare affidamento all'ascolto di sé, alla conoscenza che si ha del proprio strumento e allo spirito di adattamento rispetto alle condizioni del momento, che sono parte imprescindibile del risultato.  

Del resto il corpo, rimane come sempre il nostro Maestro primario , in grado di dirigerci verso , una relazione differente , con noi stessi , senza mai privarci del piacere di sperimentare e di danzare. 




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