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sabato 16 aprile 2016

Mikhail Baryshnikov: una fuga per il successo



Nato a Riga, in Lettonia, il 28 gennaio 1948, Mikhail Baryshnikov è un danzatore, coreografo, direttore di compagnia e un attore.
Viene avviato da giovanissimo alla danza classica; infatti, a dodici anni entra all’Accademia di Ballo Vaganova e a diciotto diventa un solista del Balletto Kirov.
Modello e stella di prima grandezza nel panorama della danza classica mondiale, dagli anni ‘70 è assunto come esempio di tecnica impeccabile e ineguagliabile artisticità.

Baryshnikov inaugura decisamente un nuovo modo di interpretare la danza, lontano dal vecchio balletto russo. Tra i suoi primi ruoli ricordiamo il Passo a due dei Contadini di Giselle, le prime interpretazioni di Basilio in Don Chisciotte
Così, nelle sue esibizioni, molti coreografi conobbero la sensibilità e la capacità di esprimere qualcosa di nuovo, cosa che piacque moltissimo
 Durante una tourneé in Canada con il Bolshoj Ballet, nel 1974 fece una scelta importante: chiedere asilo politico e trasferirsi negli USA.
Non è il primo tra i danzatori sovietici a fuggire dalla Russia in cerca di libertà artistica e politica. Infatti, come abbiamo già ricordato, il famosissimo Rudolf Nureyev, suo connazionale, anni prima aveva intrapreso con successo lo stesso percorso, pur pericoloso che fosse.
Dal 1974 al 1977 è primo ballerino dell’ A.B.T (American Ballet Theatre), dove interpreta i più grandi balletti del repertorio classico, tra cui Giselle, Lo Schiaccianoci, Don Chisciotte e molti altri.
Nel 1978 entra nel New York City Ballet, dove lavora con geniali coreografi quali Jerome Robbins e George Balanchine. Quest’ultimo gli affida opere di altissimo pregio.
Nel 1980 lascia il New York City Ballet per ricoprire il duplice ruolo di primo ballerino e di direttore artistico dell’ A.B.T. che ricoprirà per 10 anni.


“Non cerco di ballare meglio di chiunque altro.
Cerco solo di ballare meglio di me stesso.”



Negli anni newyorkesi il suo grande talento e la sua straordinaria versatilità lo portano a cimentarsi nei generi di danza più vari: moderna, contemporanea e perfino il musical.
Di doverosa menzione e straordinaria bellezza è anche l’opera appositamente creata per lui da una delle più importanti coreografe contemporanee americane, Twyla Tharp: Push come to shove. Questo balletto, insieme divertente e irriverente, riesce a rivelarci le sfumature più ampie e insolite che caratterizzano la personalità di questo grande artista.
Se di Baryshnikov dunque possiamo ammirare nel repertorio classico la forza, l’eleganza e la tecnica, in questo capolavoro vengono evidenziate la simpatia, l’ironia, forse anche un po’ di satira.
Negli anni che lo vedono direttore della famosa compagnia americana, Baryshnikov è ormai amato e apprezzato da buona parte del suo pubblico; molti altri, invece, rimasero risentiti della sua fuga e non gliela perdonarono; un po’ come avevano fatto per Nureyev.
In questi anni si cimenta anche nella coreografia con il rifacimento dello stesso Don Chisciotte che lo aveva visto trionfare nei teatri di tutto il mondo sin da quando era giovanissimo.
Nel 1983 ne dà una sua versione, danzata al fianco di Cynthia Harvey, subito considerata un capolavoro della danza mondiale.
Mai stanco di sperimentare nuove possibilità artistiche, Baryshnikov si mette alla prova anche in campo cinematografico nei film The Turning Point (1977), White Nights (1985) e Spie Contro (1990), fino alla partecipazione nell’ultima serie televisiva Sex and the City.
 
Nel 1989 raggiunge un nuovo traguardo: Broadway. Debutta nell’opera Metamorphosis, adattamento di una novella di Franz Kafka, ottenendo ottime recensioni e una nomina come miglior interprete.
 
Nel 1990 Baryshnikov entra in modo duraturo nel mondo della modern dance fondando assieme a Mark Morris il White Oak Dance Project, un piccolo gruppo, del quale lui stesso e' direttore artistico fino al 2002, anno in cui si ritira dalle scene.

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