Nato a Riga, in Lettonia, il 28
gennaio 1948, Mikhail Baryshnikov è un danzatore, coreografo, direttore di compagnia e un attore.
Viene avviato da giovanissimo alla danza classica; infatti, a dodici anni entra
all’Accademia di Ballo Vaganova e a diciotto diventa un solista del Balletto
Kirov.
Modello e stella di prima grandezza nel panorama della danza classica
mondiale, dagli anni ‘70 è assunto come esempio di tecnica impeccabile e ineguagliabile artisticità.
Baryshnikov inaugura decisamente un nuovo modo di interpretare la danza,
lontano dal vecchio balletto russo. Tra i suoi primi ruoli ricordiamo il Passo a
due dei Contadini di Giselle, le prime interpretazioni di Basilio in Don Chisciotte.
Così, nelle sue esibizioni, molti
coreografi conobbero la sensibilità e la capacità di esprimere qualcosa di
nuovo, cosa che piacque moltissimo
Durante una tourneé in Canada con il Bolshoj
Ballet, nel 1974 fece una scelta importante: chiedere asilo politico e
trasferirsi negli USA.
Non è il primo
tra i danzatori sovietici a fuggire dalla Russia in cerca di libertà artistica
e politica. Infatti, come abbiamo già ricordato, il famosissimo Rudolf Nureyev, suo connazionale, anni prima aveva intrapreso con successo
lo stesso percorso, pur pericoloso che fosse.
Dal 1974 al 1977 è primo ballerino
dell’ A.B.T (American Ballet Theatre), dove interpreta i più grandi balletti del repertorio classico, tra
cui Giselle, Lo Schiaccianoci, Don
Chisciotte e molti altri.
Nel 1978 entra nel New York City Ballet, dove lavora con geniali coreografi
quali Jerome Robbins e George Balanchine. Quest’ultimo gli affida opere di
altissimo pregio.
Nel 1980 lascia il New York City Ballet per ricoprire il duplice ruolo di primo ballerino e di direttore artistico dell’ A.B.T. che ricoprirà per 10 anni.
Nel 1980 lascia il New York City Ballet per ricoprire il duplice ruolo di primo ballerino e di direttore artistico dell’ A.B.T. che ricoprirà per 10 anni.
“Non
cerco di ballare
meglio di chiunque altro.
Cerco solo di ballare
meglio di me stesso.”
Negli anni newyorkesi il suo grande talento e la sua straordinaria versatilità
lo portano a cimentarsi nei generi di danza più vari: moderna, contemporanea e
perfino il musical.
Di doverosa menzione e straordinaria bellezza è anche
l’opera appositamente creata per lui da una delle più importanti coreografe
contemporanee americane, Twyla Tharp: Push come to shove. Questo balletto, insieme
divertente e irriverente, riesce a rivelarci le sfumature più ampie e insolite
che caratterizzano la personalità di questo grande artista.
Se di Baryshnikov
dunque possiamo ammirare nel repertorio classico la forza, l’eleganza e la tecnica,
in questo capolavoro vengono evidenziate la simpatia, l’ironia, forse anche un po’
di satira.
In questi anni si cimenta anche nella coreografia con il
rifacimento dello stesso Don Chisciotte che lo aveva visto trionfare nei teatri
di tutto il mondo sin da quando era giovanissimo.
Nel 1983 ne dà una sua
versione, danzata al fianco di Cynthia Harvey, subito considerata un capolavoro
della danza mondiale.
Mai stanco di sperimentare nuove possibilità artistiche, Baryshnikov si mette
alla prova anche in campo cinematografico nei film The Turning Point (1977),
White Nights (1985) e Spie Contro (1990), fino alla partecipazione nell’ultima
serie televisiva Sex and the City.
Nel 1989 raggiunge un nuovo traguardo: Broadway. Debutta nell’opera
Metamorphosis, adattamento di una novella di Franz Kafka, ottenendo ottime recensioni e una
nomina come miglior interprete.
Nel 1990 Baryshnikov entra in modo duraturo nel mondo della modern dance
fondando assieme a Mark Morris il White Oak Dance Project, un
piccolo gruppo, del quale lui stesso e' direttore artistico fino al 2002, anno
in cui si ritira dalle scene.
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